Come tutti i dispositivi altamente tecnologici contenenti microchip e piccoli componenti in metallo, anche gli apparecchi acustici possono essere vulnerabili ad acqua, umidità e altri liquidi. Per questo motivo, è di vitale importanza che non si bagnino in nessun modo per preservarli da inattesi malfunzionamenti. Evitare di indossarli sotto la doccia, in mare, in piscina o proteggerli dalla pioggia, quindi, sono accorgimenti necessari affinché le protesi garantiscano un ascolto sempre al top.
Ma non è sempre così facile sventare questo rischio, soprattutto quando parliamo di situazioni potenzialmente insidiose che non possiamo controllare in prima persona. Come, per esempio, le conseguenze dovute all’umidità.
Perché l’umidità può danneggiare gli apparecchi acustici?
Il primo motivo è apparentemente banale: quando c’è un elevato tasso di umidità, il nostro organismo produce inevitabilmente più sudore. Ciò non significa che gli apparecchi acustici non siano in grado di “proteggersi” dalla sudorazione. Tutt’altro. Le protesi di ultima generazione, infatti, sono piccoli miracoli della tecnologia moderna. Questi aggeggi vengono progettati per agire in ambienti ostili come i condotti uditivi caratterizzati dalla presenza di cerume, polvere e – appunto – sudore.
Tuttavia, quando la sudorazione è abbondante si corre il rischio che qualche gocciolina possa depositarsi “integra” all’interno dell’apparecchio ostruendo o corrodendo, nel lungo periodo, il ricevitore o il microfono, alterando di conseguenza la qualità del suono.
L’altra ragione per cui l’umidità può rappresentare un’insidia per le protesi acustiche è a causa di una reazione chimica dovuta alla differenza climatica tra l’interno e l’esterno dei dispositivi. Hai presente quando si creano delle condense sul soffitto? Beh, anche all’interno degli apparecchi acustici può accadere qualcosa di simile. Il contrasto tra il microclima interno alle protesi ed il caldo umido esterno in estate, oppure gli sbalzi di temperatura tra il caldo degli ambienti chiusi ed il gelo esterno durante l’inverno, possono agevolare la creazione di piccole condense d’acqua. Condense che, così come le goccioline di sudore, potrebbero alterare il funzionamento delle protesi.
Entrambe le eventualità, quindi, sono difficili da prevenire. Fortunatamente esistono metodi efficaci per asciugare in sicurezza gli apparecchi acustici.
Cosa fare per prevenire i danni dovuti all’umidità?
Il metodo tradizionale di asciugatura degli apparecchi acustici si basa sull’utilizzo di capsule disidratanti in grado di far evaporare i residui d’acqua all’interno dei dispositivi. L’utilizzo è piuttosto semplice: basta riporre in un contenitore entrambi gli apparecchi acustici, senza pile e con il vano batteria aperto, insieme ad una capsula essiccante, lasciando agire per circa 6 ore.
Esiste, però, un’alternativa più rapida, efficace e funzionale: il PerfectDry Lux. Si tratta di un dispositivo di ultima generazione in grado di deumidificare e sanificare gli apparecchi acustici in un solo “colpo”. O meglio, premendo un solo tasto.
Il PerfectDry Lux, infatti, è un deumidificatore elettrico che sfrutta un microprocessore altamente sofisticato per erogare il calore in maniera controllata e sicura, accelerando sensibilmente il processo di evaporazione delle condense. Al contempo, questo innovativo dispositivo sterilizza la superficie degli apparecchi da batteri e agenti patogeni grazie all’azione di una lampadina a raggi UV-C.
Così da prevenire infezioni e infiammazioni delle orecchie.
La stazione consente due cicli di asciugatura della durata di 30 e 60 minuti (il ciclo intensivo è particolarmente consigliato soprattutto quando fa molto caldo) e può essere utilizzata ovunque ci sia una presa elettrica o un supporto con un ingresso USB.