La ricerca applicata agli apparecchi acustici non conosce alcuna sosta e prosegue su diversi binari, tra cui quello incentrato su nuovi metodi per valutare meglio la loro efficacia nelle diverse situazioni di tutti i giorni. Negli ultimi anni, le simulazioni per esaminare le potenzialità dei dispositivi acustici sono diventate sempre più ambiziose e realistiche, fino a riprodurre fedelmente e nella maniera più naturale possibile le situazioni d’ascolto quotidiane.
Simulare soltanto l’ascolto e la ripetizione di parole e suoni, oggi non è più sufficiente. Di questi tempi, valutare gli apparecchi acustici significa mettere alla prova la loro capacità di restituire all’utilizzatore discorsi continui e, talvolta, simultanei. E testare al meglio i miglioramenti sullo sforzo di ascolto e la capacità di ridurre i rumori.
Pupillometria e riduzione del rumore: lo studio
Un team di studiosi internazionali, attraverso un paper scientifico pubblicato sulla rivista Ear and Hearing, ha valutato questi parametri utilizzando un algoritmo di riduzione del rumore. E misurando le dimensioni della pupilla di 22 partecipanti con perdita uditiva di età compresa tra 40 e 80 anni.
I criteri di inclusione dei soggetti erano: perdita dell’udito neurosensoriale da lieve a moderata, visione normale, nessuna storia di disturbi neurologici, dislessia o diabete mellito.
I volontari hanno ascoltato clip di notizie audio in presenza di un rumore di sottofondo e di chiacchiere multiple. Gli autori hanno stimato in che modo la riduzione del rumore e il rapporto segnale-rumore influenzino la dimensione della pupilla e la potenza nella banda alfa dell’EEG parietale (cioè potenza alfa parietale), nonché la prestazione comportamentale.
“In primo luogo, è stata valutata la dimensione della pupilla, poiché si è riscontrato che riflette lo sforzo cognitivo facilitato per risolvere un compito”, precisano gli autori.
Esiti dei test
“I nostri risultati mostrano che la riduzione del rumore riduce le dimensioni della pupilla, mentre non vi è stato alcun effetto significativo del rapporto segnale-rumore”, scrivono gli studiosi.
Gli apparecchi acustici riducono lo sforzo di ascolto prolungato, osservano gli autori, e questo si può dedurre da parametri oggettivi utilizzati nell’indagine tra cui la pupillometria.
“In sintesi, il nostro studio approssima ulteriormente gli scenari di ascolto del mondo reale e supporta la valutazione dei benefici dell’elaborazione del segnale applicata in un moderno apparecchio acustico”; concludono gli studiosi.
In altre parole: gli apparecchi acustici di ultima generazione funzionano sempre meglio e garantiscono ottime capacità uditive in condizioni d’ascolto particolarmente avverse.
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