Farmaci ototossici: i rischi per l’udito durante i mesi freddi

Con l’arrivo dell’autunno e delle temperature più rigide, è inevitabile il ritorno di malanni di stagione come raffreddore, influenza e infezioni alle vie respiratorie. Per alleviare i sintomi, spesso ci si affida a farmaci comuni, antibiotici, antidolorifici e antinfiammatori. Tuttavia, pochi sanno che alcuni di questi medicinali possono avere effetti dannosi sull’udito, poiché presentano proprietà ototossiche: possono cioè danneggiare le delicate strutture dell’orecchio.

Ecco quali sono i farmaci più comuni che possono causare danni all’udito e come proteggersi seguendo correttamente le indicazioni mediche.

Farmaci ototossici comuni: quali sono e perché possono danneggiare l’udito

Tra i farmaci ototossici più noti e diffusi che possono causare danni all’udito troviamo gli antinfiammatori non steroidei, comunemente noti come FANS. Farmaci come l’ibuprofene e l’aspirina sono tra i più comuni per alleviare il dolore e ridurre la febbre. A dosaggi elevati, tuttavia, possono risultare ototossici, causando sintomi come fischio nelle orecchie (acufene) e riduzione della capacità uditiva (ipoacusia temporanea). Sebbene gli effetti ototossici dei FANS siano generalmente temporanei, assumere questi farmaci in quantità eccessive o senza controllo può aumentare il rischio di danni permanenti.

Anche alcuni antibiotici a base di aminoglicosidi, spesso usati per trattare infezioni gravi come quelle batteriche o della pelle, possono compromettere l’udito danneggiando le cellule ciliate della coclea, la parte dell’orecchio responsabile della percezione dei suoni. Anche a dosaggi moderati, possono causare problemi uditivi temporanei o permanenti, specialmente in pazienti con predisposizioni genetiche.

Di utilizzo meno comune ma comunque fortemente ototossici sono alcuni diuretici utilizzati principalmente per trattare l’ipertensione o alcuni chemioterapici. I primi, se assunti in dosi elevate, possono causare danni temporanei all’udito, riducendo il flusso sanguigno all’orecchio interno e compromettendo le sue funzioni. I secondi, che agiscono su cellule che si moltiplicano rapidamente, come quelle tumorali, possono danneggiare anche le cellule sensoriali dell’orecchio interno, causando una perdita uditiva che spesso è irreversibile.

Seguire sempre la posologia indicata dal medico o dal farmaco

Tranne rari casi dunque, l’assunzione di farmaci ototossici non rappresenta necessariamente un rischio se vengono assunti in dosi moderate e per brevi periodi, ma può diventare un problema quando si eccede con il dosaggio o si prolungano le cure senza supervisione. Ecco perché è fondamentale rispettare sempre le indicazioni fornite dal medico o quelle riportate sul foglietto illustrativo del farmaco.

È anche importante informare il medico se si avvertono sintomi come acufene, vertigini o calo uditivo durante l’uso di un farmaco, perché questi segnali possono indicare una sensibilità o una reazione indesiderata che potrebbe compromettere l’udito. Il medico potrebbe valutare la possibilità di ridurre la dose o di scegliere un’alternativa terapeutica meno rischiosa per le orecchie.

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