Subito dopo l’età che avanza, l’esposizione ai rumori si configura come la causa principale di perdita uditiva. In questi casi si parla di ipoacusia da rumore, una condizione piuttosto ricorrente che spesso affligge soprattutto chi lavora in contesti particolarmente chiassosi senza l’utilizzo di adeguate contromisure. Non a caso, l’utilizzo degli otoprotettori (più comunemente noti come tappi per le orecchie) è diventato obbligatorio in determinati settori di produzione.
Ma non solo. Questo avviene perché l’esposizione ai rumori può danneggiare l’udito in modalità e tempi differenti. A differenza di quanto diffuso nell’immaginario collettivo, non è soltanto un improvviso shock acustico a poter causare perdita uditiva temporanea o permanente. Infatti, quando si pensa ad un calo uditivo di questo tipo, la tendenza comune è quella di attribuire la responsabilità ad un rumore brusco e repentino come, per esempio, un colpo d’arma da fuoco o l’esplosione di un macchinario.
In realtà non è sempre così e la perdita uditiva può essere graduale e riconducibile ad un’esposizione prolungata e costante ad un rumore non particolarmente intenso, ma “stressante” per le orecchie. Che sia a lavoro, a casa o in qualsiasi altro contesto.
Anche avere l’abitudine di ascoltare la musica in cuffie ad un volume alto per troppo tempo può essere l’origine di ipoacusia da rumore: ecco perché gli smartphone, molto frequentemente, avvisano di non alzarlo eccessivamente.
Come si manifesta l’ipoacusia da rumore?
Prevalentemente, con i sintomi tipici di una perdita uditiva in corso, ovvero difficoltà a sentire suoni e voci soprattutto all’aperto e in presenza di rumori di sottofondo che tende pian piano a progredire verso una sordità più accentuata. Di consueto, l’ipoacusia da rumore si associa alla comparsa di episodi di acufene di varia intensità e alla sensazione di sentire l’orecchio come se fosse pieno, “ovattato”.
Così come le altre forme di ipoacusia, quindi, anche il danno uditivo causato dai rumori presenta un quadro clinico sfuggente, dai sintomi soggettivi. Può manifestarsi ad un solo orecchio o entrambi. O, ancora, la perdita uditiva può essere simmetrica o asimmetrica, ovvero può essere della stessa entità per entrambe le orecchie oppure di entità differente da un orecchio all’altro.
Alcuni consigli utili
Innanzitutto, per le categorie di lavoratori esposti ai rumori, forti o insistenti che siano, il consiglio principale è di rivendicare il proprio diritto ad indossare otoprotettori, come prevede la legge italiana, per proteggere le orecchie dal frastuono circostante.
Altri suggerimenti riguardano piccole abitudini che possono aiutare a limitare l’impatto dei suoni esterni sulla propria salute uditiva come quello di rispettare la regola 60/60 quando si utilizzano le cuffie per ascoltare musica, ovvero non superare il 60% del volume totale offerto dal dispositivo e non superare i 60 minuti d’ascolto.
Questo per quanto riguarda la prevenzione. Invece, in caso di ipoacusia da rumore in atto, il primo step deve essere senz’altro riservato ad un controllo approfondito dell’udito attraverso test audiometrici, così che lo specialista e lo stesso paziente possano avere una panoramica precisa sulla situazione. E, di conseguenza, intraprendere insieme il miglior percorso possibile di riabilitazione uditiva valutando, laddove la situazione lo richiedesse, l’eventualità di iniziare ad utilizzare apparecchi acustici appositamente programmati in base alle specifiche carenze uditive riscontrate.